Basilica di Santa Maria Salome e Scala Santa


Basilica di Santa Maria Salome e Scala Santa


La chiesa dedicata a Santa Maria Salome, protettrice di Veroli, è poco distante dalla Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo e sorge nel luogo dove, nel 1209, furono ritrovati i resti della Pia Donna del Vangelo.

Secondo la relazione inviata a Innocenzo III da Girardo, abate di Casamari, il corpo fu trovato in un “locus arduus et aridusvaldedifficilis ad eundum, praecipitiis plenum et rupibus”, su indicazione di un certo Tommaso, custode della chiesa di San Pietro. Intorno al sepolcro fu costruito un oratorio, trasformato e ampliato nel tempo. La costruzione antica venne distrutta dal terremoto del 1350, ma fu ricostruita e consacrata nel 1492. Successivamente lavori di ristrutturazione della facciata e dell’interno della chiesa furono iniziati dal Vescovo De Zauils nei primi anni del 1700 e vennero portati a termine nel 1733 dal vescovo Tartagni, suo successore. L’interno è diviso in tre ampie navate e nell’abside centrale è posta una tela con l’immagine di Santa Salome del Cavaliere d’Arpino (Giuseppe Cesari, 1568-1640), mentre le figure dei Santi Apostoli Giovanni Evangelista e Giacomo il Maggiore sono quasi certamente opera del pittore locale Giuseppe Passeri. Sul fondo della navata sinistra si conservano affreschi che risalgono al XIII- XIV secolo; a destra del presbiterio è collocato un trittico maestoso “Madonna e Santi”, firmato da D.F. Hispanus nel 1561, ornato di una cornice di legno dorato e dipinto. Accanto al trittico c’è un grande quadro, attribuito a Francesco Solimena (1657-1747), che raffigurava i vari Ordini Francescani e la Vergine Maria che consegna il loro ‘cingolo’, simbolo di unione. Gli affreschi della cupola sono attribuiti a Giacinto Brandi (1623-1690), ed altri, situati sulle pareti ai lati dell’altare, secondo A. Scaccia Scarafoni, sono del pittore Frezzi, di Parma. Nella prima cappella della navata sinistra si conserva sull’altare un quadro dell’ Immacolata, opera del Sementi. Sulle pareti laterali, a destra e sinistra, vi sono due tele con scene della Passione, forse del Maratta (1625-1713), restaurate nel 1922 dal pittore tedesco Hasleker. Nella prima e nella seconda cappella lungo la navata destra vi sono rispettivamente un Crocifisso di F. Trevisani (1656-1746) e una Deposizione di A. Cavallucci di Sermoneta (1752-1759). Nella prima metà del 1700, nella seconda cappella, il Vescovo Tartagni fece costruire la Scala Santa, costituita da dodici gradini (l’undicesimo contiene un frammento della Santa Croce di Gerusalemme), dove si può ottenere l’indulgenza plenaria come da concessione di Papa Benedetto XIV. Nella terza cappella si può ammirare una statua lignea di Santa Salome, di scuola berniniana del XVII secolo. Nell'ultima cappella della navata destra si trova il monumento funerario che Laudazia De Minaldis nel 1655 volle dedicare alla figlia Francesca Antonia Leni, morta appena quindicenne. In alto, all'interno di un perfetto ovale, il busto della giovinetta dai lineamenti delicati e i due graziosi putti, che sorreggono un drappo con la dedica, rendono tutto il monumento raffinato e toccante; la mano dell'artista ha saputo interpretare il dolore profondo ma composto di una madre che voleva ricordare ai posteri la sua creatura. Nella Confessione, il mausoleo rivestito di marmi pregiati e fatto costruire dal Vescovo Tartagni nel 1742, sono attualmente custodite sotto l'altare e dentro un'urna dorata i resti mortali di Santa Maria Salome. Ai lati dell'altare, altre due urne conservano le reliquie dei Santi Biagio e Demetrio, compagni della Santa. L'oratorio situato al piano inferiore, prima costruzione realizzata sul sito, si può visitare scendendo per una scala che gira intorno alla torre circolare. Accanto ai gradini è ancora visibile un antico pozzo dal quale attingevano l'acqua i 'FratresCustodes', presenti nell'oratorio fin dal 1210. Sotto l'altare della cripta si scorge il punto esatto dove rimase custodito il corpo della Santa fino al 1209; di fronte è la piccola urna in pietra dove vennero riposte le sue ossa dopo il ritrovamento, qui rimasero fino al terremoto del 1350 che ne danneggiò il coperchio. Da allora le ossa furono portate e custodite nella cappella del Tesoro del Duomo, dove restarono per circa 400 anni, quando vennero traslate nuovamente e in forma solenne dal Vescovo Tartagni nella cappella della Confessione, in occasione delle celebrazioni del settimo centenario del ritrovamento delle sacre spoglie ( 1209-1909). Di fronte alla Basilica di Santa Maria Salome sorge il Seminario, che, dalla seconda metà del 1700, ospita la Biblioteca Giovardiana, una delle più antiche biblioteche pubbliche d'Italia.
Secondo la relazione inviata a Innocenzo III da Girardo, abate di Casamari, il corpo fu trovato in un “locus arduus et aridusvaldedifficilis ad eundum, praecipitiis plenum et rupibus”, su indicazione di un certo Tommaso, custode della chiesa di San Pietro. Intorno al sepolcro fu costruito un oratorio, trasformato e ampliato nel tempo. La costruzione antica venne distrutta dal terremoto del 1350, ma fu ricostruita e consacrata nel 1492. Successivamente lavori di ristrutturazione della facciata e dell’interno della chiesa furono iniziati dal Vescovo De Zauils nei primi anni del 1700 e vennero portati a termine nel 1733 dal vescovo Tartagni, suo successore. L’interno è diviso in tre ampie navate e nell’abside centrale è posta una tela con l’immagine di Santa Salome del Cavaliere d’Arpino (Giuseppe Cesari, 1568-1640), mentre le figure dei Santi Apostoli Giovanni Evangelista e Giacomo il Maggiore sono quasi certamente opera del pittore locale Giuseppe Passeri. Sul fondo della navata sinistra si conservano affreschi che risalgono al XIII- XIV secolo; a destra del presbiterio è collocato un trittico maestoso “Madonna e Santi”, firmato da D.F. Hispanus nel 1561, ornato di una cornice di legno dorato e dipinto. Accanto al trittico c’è un grande quadro, attribuito a Francesco Solimena (1657-1747), che raffigurava i vari Ordini Francescani e la Vergine Maria che consegna il loro ‘cingolo’, simbolo di unione. Gli affreschi della cupola sono attribuiti a Giacinto Brandi (1623-1690), ed altri, situati sulle pareti ai lati dell’altare, secondo A. Scaccia Scarafoni, sono del pittore Frezzi, di Parma. Nella prima cappella della navata sinistra si conserva sull’altare un quadro dell’ Immacolata, opera del Sementi. Sulle pareti laterali, a destra e sinistra, vi sono due tele con scene della Passione, forse del Maratta (1625-1713), restaurate nel 1922 dal pittore tedesco Hasleker. Nella prima e nella seconda cappella lungo la navata destra vi sono rispettivamente un Crocifisso di F. Trevisani (1656-1746) e una Deposizione di A. Cavallucci di Sermoneta (1752-1759). Nella prima metà del 1700, nella seconda cappella, il Vescovo Tartagni fece costruire la Scala Santa, costituita da dodici gradini (l’undicesimo contiene un frammento della Santa Croce di Gerusalemme), dove si può ottenere l’indulgenza plenaria come da concessione di Papa Benedetto XIV. Nella terza cappella si può ammirare una statua lignea di Santa Salome, di scuola berniniana del XVII secolo. Nell'ultima cappella della navata destra si trova il monumento funerario che Laudazia De Minaldis nel 1655 volle dedicare alla figlia Francesca Antonia Leni, morta appena quindicenne. In alto, all'interno di un perfetto ovale, il busto della giovinetta dai lineamenti delicati e i due graziosi putti, che sorreggono un drappo con la dedica, rendono tutto il monumento raffinato e toccante; la mano dell'artista ha saputo interpretare il dolore profondo ma composto di una madre che voleva ricordare ai posteri la sua creatura. Nella Confessione, il mausoleo rivestito di marmi pregiati e fatto costruire dal Vescovo Tartagni nel 1742, sono attualmente custodite sotto l'altare e dentro un'urna dorata i resti mortali di Santa Maria Salome. Ai lati dell'altare, altre due urne conservano le reliquie dei Santi Biagio e Demetrio, compagni della Santa. L'oratorio situato al piano inferiore, prima costruzione realizzata sul sito, si può visitare scendendo per una scala che gira intorno alla torre circolare. Accanto ai gradini è ancora visibile un antico pozzo dal quale attingevano l'acqua i 'FratresCustodes', presenti nell'oratorio fin dal 1210. Sotto l'altare della cripta si scorge il punto esatto dove rimase custodito il corpo della Santa fino al 1209; di fronte è la piccola urna in pietra dove vennero riposte le sue ossa dopo il ritrovamento, qui rimasero fino al terremoto del 1350 che ne danneggiò il coperchio. Da allora le ossa furono portate e custodite nella cappella del Tesoro del Duomo, dove restarono per circa 400 anni, quando vennero traslate nuovamente e in forma solenne dal Vescovo Tartagni nella cappella della Confessione, in occasione delle celebrazioni del settimo centenario del ritrovamento delle sacre spoglie ( 1209-1909). Di fronte alla Basilica di Santa Maria Salome sorge il Seminario, che, dalla seconda metà del 1700, ospita la Biblioteca Giovardiana, una delle più antiche biblioteche pubbliche d'Italia.


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